lunedì 31 dicembre 2012

La Vera Vacanza è Senza Tecnologia

Sebbene utili e comodissimi cellulari, computer e internet, hanno conquistato tutti i settori della vita quotidiana, diventando una schiavitù.
Nasce così la liberatoria vacanza offline. Era solo una questione di tempo, e finalmente è arrivata: come siamo diventati schiavi delle apparecchiature tecnologiche con le quali condividiamo ogni minuto della giornata, così è nata la vacanza offline, senza internet, cellulari e computer, per potersi disintossicare dalla tecnologia.
Si tratta della De-tech Holiday ideata dalla Black Tomato, che offre soggiorni in paradisi tropicali, Young e Palm Island, a nord del Venezuela, nei quali non si trovano né televisori, né telefoni, né computer, per non parlare delle connessioni ad internet, completamente inesistenti su entrambe le isole.
 Per i momenti di crisi da assenza di tecnologia, inoltre, è disponibile una sorta di personal trainer che aiuta a superare il momento di astinenza da pc, insieme a letture di approfondimento a disposizione nelle camere e da sessioni di gruppo e conferenze per discutere l’argomento.
Se invece la mancanza di apparecchiature tecnologiche non dovesse essere sufficiente per staccare la spina, ci si può sempre rivolgere al Resort Eco Tulum, in Messico, dove addirittura manca anche l’elettricità: un vero e proprio tuffo nel passato e nel relax, dal momento che le uniche attività a disposizione dei turisti sono delle sane nuotate, delle rilassanti sedute di yoga, lo snorkeling per ammirare i fondali della costa, e, naturalmente, le chiacchiere con gli altri ospiti.
Queste nuove tipologie di vacanza danno l’idea di quanto in tutto il pianeta si sia diventati schiavi della connessione, schiavitù che non sempre si riesce a gestire e che talvolta arriva a sfociare nella vera e propria dipendenza.
 Secondo i sondaggi condotti dall’Ente Turistico dell’Arcipelago in cui è stata inventata la vacanza offline, il dato più preoccupante non è tanto nel fatto che ogni individuo passa moltissime ore al giorno su internet, oppure messaggiando dal proprio smartphone, quanto nella sensazione di disagio che provoca il trovarsi senza computer o cellulare. Ma finalmente è arrivata la cura, e che sia a base di mare e sole non guasta.


Fonte: www.travel.befan.it

mercoledì 5 dicembre 2012

PopDesign e NeParliamoaCena, incontri di gusto...


Tenere a battesimo con i miei piatti una nuova linea di accessori moda è sempre un privilegio. Per PopDesign Christmas Event ho voluto lasciarmi ispirare dai bottoni più antichi della collezione, dai loro colori e dai loro riflessi. Ho immaginato quali sapori potessero evocare, quali abbinamenti ricordare, perché spesso anche il gusto viene a patti con la nostalgia.
Centocinquanta nuovi anelli in edizione limitata per distinguersi da chi segue la moda, ma anche spille e gemelli da uomo, in vendita anche a Roma (Country Club, via Domenico Chelini 31), a Ferrara (Nikel, via Carlo Mayr 29) e prestissimo a Padova (Margi boutique, via San Pietro 101)...
Massimiliano De Giovanni

Per saperne di più www.neparliamoacena.blogspot.it

Fashion In The City...

Sabato 1 dicembre, nel cuore del centro storico di Ferrara, in un apericena delizioso, si è svolta la seconda presentazione della collezione di anelli dell’artista Giorgio Paparo; affermato nel mondo del design e oggi principalmente impegnato nella creazione di accessori di moda.
I suoi anelli – originali, singolari, hand made ed ecochic – si racchiudono nel brand PopDesign.

Oggi PopDesign su "La Nuova Ferrara"...


martedì 4 dicembre 2012

PopDesign, anteprima della nuova collezione

I preziosi... Bottoni di inizio secolo con lavorazioni artigianali irripetibili. Alcuni dipinti a mano. Tra i meteriali: pasta di vetro, ceramica, bachelite...

lunedì 19 novembre 2012

PopDesign: Prossimi Appuntamenti...


Ferrara - Sabato 1 dicembre 2012
Aperitivo PopDesign
e Presentazione Nuova Collezione Anelli
Solo su invito (richiesta accrediti su info@pop-design.it)
Catering curato da neparliamoacena (neparliamoacena.blogspot.it)


Bologna - 7,8 e 9 dicembre 2012
Bologna Vintage Market
Palazzo Tubertini - Via Oberdan, 9


Mantova - 15 e 16 dicembre 2012
Voglia di vintage
Mercato dei Bozzoli - Piazza Sordello

lunedì 12 novembre 2012

Jean Paul Bourdier, Fotografo e Artista...

Il fotografo e artista Jean Paul Bourdier è noto per il progetto “Bodyscapes“, in cui mescola la body art con il paesaggio circostante. Le sue opere hanno vinto numerosi concorsi internazionali, ed hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti nel campo delle arti. L’artista vive in California ed opera come professore di disegno e fotografia presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Berkeley. Le persone, dipinte come il paesaggio circostante, si fondono perfettamente con le forme ed i colori presenti in natura. Questo tipo di fotografia può essere considerata come una commistione fra fotografia a prospettiva forzata. Si tratta di bodypainting ai massimi livelli. Alcune fotografie non seguono la natura circostante ma staccano completamente, rendendo la modella o il modello una sorta di scultura colorata in mezzo al paesaggio. L’intera collezione è diventata un’opera in formato cartaceo, che si va ad aggiungere ad altre pubblicazioni e collezioni davvero interessanti. Jean Paul è anche un cineasta, avendo diretto molti film e collaborato ad altri progetti su pellicola. Per chi volesse approfondire l’opera del fotografo, può andare sul suo sito personale (www.jeanpaulbourdier.com) dove poter apprezzare meglio tecniche e metodologie usate per ottenere questi strabilianti risultati.

fonte: www.weandthecolor.com

martedì 6 novembre 2012

PopDesign a "PANNIALTI"...

Siete invitati alla mostra mercato Panni Alti Vintage Expo che si terrà il 10 e 11 novembre presso il Lanificio Conte a Schio (VI). Vi aspetto!
Panni Alti è la mostra mercato dedicata agli amanti degli oggetti d'annata, per così dire. Tanti gli articoli proposti a Vintage per riscoprire mode e tendenze, per ripescare nel vicino passato idee e modi originali di vestire, oggetti cult che hanno fatto la storia e continuano ad esercitare un fascino indiscusso sulle nuove generazioni. Una incredibile vetrina di abiti, gioielli, accessori, dischi, libri e tutto ciò che può fare collezione attende i visitatori di Vintage Expo presso Lanificio Conte a Schio.
Gli amanti della moda potranno sbizzarrirsi alla fiera Vintage, occasione ideale di trovare raccolti in un unico spazio tanti articoli diversi, tutti da acquistare ed indossare per crearsi un look insolito ed inimitabile.
Alla mostra mercato Panni Alti tanti oggetti di design che riportano a stili ed epoche passate alla storia, per dare un tocco di originalità alla propria casa.
E poi dischi in vinile, libri, poster, giocattoli ed oggetti vari per gli appassionati di collezionismo che ricercano continuamente pezzi unici ed autentici, tutto questo a Panni Alti, la mostra-mercato del vintage fashion, del modernariato, del collezionismo.

Per saperne di più:

venerdì 26 ottobre 2012

PopDesign arriva a "Vintagemania"

Ho il piacere di confermarvi la presenza di PopDesign alla quarta edizione di Vintagemania che si terrà dal 1 al 4 novembre a Villa Giusti del Giardino a Bassano del Grappa (VI). Vi aspetto numerosi!

Percorrendo le antiche stanze della Villa, tipica espressione dell'architettura Veneta del 600, si potranno ammirare ed acquistare creazioni del passato proposte da oltre 50 selezionati espositori.

La collaborazione con Angelo Caroli, autentico guru del Vintage in Europa, ci permetterà in questa edizione di ammirare un'installazione dedicata al cappotto, dove ci saranno dei pezzi unici di Yves Saint Laurent, Lilly Ann, Roberto Cappucci e tanti altri.

Per saperne di più:
www.facebook.com/vintagemaniavilla.giustibassano

sabato 20 ottobre 2012

Mostra "Disegno e Design" a Milano

Il suggestivo spazio della Rotonda di via Besana a Milano ospiterà dal 27 novembre 2011 al 29 gennaio 2012 la mostra “Disegno e Design - Brevetti e creatività italiani” prodotta dalla Fondazione Valore Italia e dal Ministero dello Sviluppo Economico e promossa dall’Assessorato alla Cultura, Expo, Moda e Design del Comune di Milano. L’esposizione mira a presentare sotto una luce nuova il valore della creatività italiana applicata alla produzione industriale, e l’importanza che riveste una corretta tutela della proprietà industriale per mantenere la competitività del sistema paese nei mercati internazionali. La mostra ospita centinaia di brevetti, disegni e marchi - conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato e l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi - che testimoniano l’evoluzione e l’espansione della creatività italiana degli ultimi cento anni. Il percorso si presenta ai visitatori come un suggestivo viaggio attraverso i documenti brevettuali, alcuni prodotti nati da essi e una ricca selezione di manifesti pubblicitari d’epoca, che li hanno presentati sul mercato. La tappa milanese di “Disegno e Design” attualizza ed amplia i contenuti già presentati a Roma nel 2009 ed a Shanghai nel 2010, in occasione dell’Esposizione Universale, e vuole rappresentare un ulteriore contributo alla politica di diffusione di una corretta cultura della proprietà industriale che vede impegnata, ormai da molti anni, la Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione del Ministero dello Sviluppo Economico. Dalla nascita dell’idea alla realizzazione della stessa, con un’attenzione particolare ad un aspetto sinora poco indagato della produzione industriale e che costituisce invece il valore aggiunto del fenomeno del Made in Italy: l’unicità e irripetibilità del modello. Il percorso espositivo parte dall’inizio del ‘900 e arriva fino all’attualità, snodandosi attraverso i più importanti settori merceologici: arredamento, moda, agroalimentare, veicoli, ricerca e innovazione. Il nucleo principale è costituito da brevetti concessi tra il 1900 e il 1965, per scoprire che oggetti di uso quotidiano, forme a noi divenute familiari e quasi scontate, sono in realtà frutto di un’idea innovativa e di un progetto. Vere e proprie icone del design e della produzione italiana, come ad esempio la Vespa, il gatto Meo Romeo, la poltrona Vanity Fair, la lampada Tolomeo, le creazioni di Ferragamo, testimoniano il fondamentale apporto della creatività all’economia nazionale. Completano il percorso espositivo alcuni filmati, materiale documentario fornito da archivi privati, archivi storici e musei d’impresa, pubblicità e contribuiti audio-video dei protagonisti dell’industria italiana. Il catalogo edito da Marsilio Editore propone un’autorevole rassegna di saggi critici di professionisti ed esperti del settore che accompagna le immagini dei brevetti.

Maggiori informazioni su www.disegnoedesign.com


fonte: www.design-news.it

giovedì 18 ottobre 2012

Jean Paul Gaultier, il velo anche per gli uomini

Per la prima volta Jean Paul Gaultier sfila in Sudamerica, all'Exposhow Fashion Week di Cali, e ha lasciato il segno. Il provocatorio stilista francese ha puntato sui giochi di trasparenze che svelano il corpo rendendo la moda estremamente sensuale. Gaultier ha trasformato la sua passerella in uno show ma ha stupito soprattutto proponendo anche alcuni modelli maschili decisamente hot. Tra questi una tutina di velo indossata da un modello davvero inquietante...

fonte: www.d.repubblica.it

mercoledì 17 ottobre 2012

Green Home Design 2012

My Exhibition torna con il nuovo appuntamento autunnale “Green Home Design, abitare il presente” dal 17 al 20 ottobre nel contesto di Made Expo, la manifestazione fieristica dedicata all’intero mondo delle costruzioni e del progetto, punto di riferimento internazionale per il settore edilizio.

Dopo il successo della scorsa edizione con Social Home Design, My Exhibition, con la collaborazione di MADEexpo, affronta quest’anno il tema della sostenibilità ambientale con una particolare chiave di lettura ispirata al design: dalla bio edilizia all’efficienza energetica, ecco la nuova vera sfida progettuale per architetti e progettisti che vogliono costruire e ristrutturare in maniera ecologica senza sacrificare il concetto di design. L’obiettivo è di offrire a un pubblico trasversale spunti progettuali e momenti di dibattito su tematiche che guardano alle modalità del costruire e del vivere contemporaneo, alla salvaguardia dell’ambiente e alla sostenibilità.

Green Home Design è una mostra espositiva e convegno sull’architettura, sull’edilizia sostenibile e sull’efficienza energetica per fornire, agli oltre 253.000 operatori professionali attesi in fiera, esempi concreti di edifici eco sostenibili. In un’area di 1400 mq saranno realizzate cinque installazioni espositive, vere e proprie strutture prefabbricate suddivise in quattro case ed un asilo, a cui si aggiungono una sala convegni e una zona lounge con Bio bar. Saranno tutte realizzate in scala 1:1 dalle migliori firme dell’architettura e del design tra cui Aldo Cibic, Luca Scacchetti, Marco Piva, Massimo Mandarini e da due architetti emergenti, con la partecipazione delle aziende più dinamiche del settore.

"Green Home Design, abitare il presente, in mostra il costruire contemporaneo che coniuga estetica ed eco sostenibilità".

fonte: www.spa-design.it

martedì 16 ottobre 2012

Retrospettiva su Edward Weston, Maestro della Fotografia Statunitense

A oltre quindici anni dall’ultima sua mostra in Italia, l’esposizione intende celebrare il lavoro di Edward Weston, grande maestro della fotografia statunitense.
In mostra, un ricco percorso tra le opere più importanti del fotografo californiano: oltre 110 stampe fotografiche originali, provenienti dal Center for Creative Photography di Tucsone dalla collezione privata di Margaret Weston. Saranno proposti tutti i temi indagati dal celebre fotografo americano, dai nudi ai paesaggi, attraverso una galleria di ritratti e di “oggetti” - dai famosi peperoni ai giocattoli indigeni - trasformati da Weston in icone surrealiste e postmoderne.
Spesso direttamente paragonata alla pittura e alla scultura, la fotografia di Weston è l’espressione di una ricerca ostinata di purezza, nelle forme compositive così come nella perfezione quasi maniacale dell'immagine. L’autore indaga gli oggetti nella loro quintessenza, eleggendoli a metafore visive degli elementi stessi della natura.

14 settembre - 9 dicembre 2012
Ex Ospedale Sant’Agostino
 Largo Porta Sant'Agostino, 228
41121 Modena, Italia

Info e prenotazioni: tel 335 1621739 info@mostre.fondazione-crmo.it


"Le fotografie possono raggiungere l'eternità attraverso il momento"
Henri Cartier-Bresson

fonte: www.fondazionefotografia.it

lunedì 15 ottobre 2012

Inaugurato il MUMAC, Museo della Macchina per Caffè

Si trova a Binasco, alle porte di Milano il MUMAC, il museo della macchina per il caffè espresso, appena aperto al pubblico, realizzato dal Gruppo Cimbali, azienda italiana che da oltre cento anni produce macchine per il caffè.
Un museo dunque all’insegna del Made in Italy, che raccoglie oltre 200 pezzi dei marchi più prestigiosi dell’industria nazionale e che attraverso un percorso multimediale racconta un patrimonio tutto italiano fatto di tecnologia, cultura, stile e design.
Molti pezzi esposti sono rari, alcuni sono prototipi unici al mondo, altri sono modelli di grande successo industriale, tutti fanno parte di una storia che a partire dai primi del Novecento arriva fino ai nostri giorni.
Il museo, che ha sede presso uno degli stabilimenti del Gruppo Cimbali,  si estende su uno spazio moderno di circa 1.700 metri quadrati, ricavato da un sapiente recupero industriale. Al suo interno oltre all’esposizione delle macchine, si trovano anche un archivio storico di oltre 15.000 documenti selezionati e catalogati che potranno essere consultati da un pubblico di ricercatori; un’aula dedicata alla formazione;  un laboratorio per i test sensoriali e diversi spazi organizzati per ospitare eventi e progetti speciali.

Il MUMAC vuole essere un vero e proprio tributo a quel settore così tipicamente Made in Italy quale è quello del caffè e delle macchine per caffè espresso, di cui l’Italia è il principale produttore mondiale.


Fonte: www.italianvenue.com

giovedì 11 ottobre 2012

Giorgio Armani, Stilista

Quando rigore minimale e forme sinuose, attraverso colori, tessuti e proporzioni creano la quintessenza della bellezza. Questo è Giorgio Armani, stilista e imprenditore, nato a Piacenza l’11 luglio 1934. Abbandonati gli studi in Medicina, nei primi anni ’60 viene assunto come merchandiser a La Rinascente di Milano, allora, vera e propria fucina di talenti creativi. Dal 1965 e per sette anni è stilista per la linea Cerruti della Hitman. Successivamente, lavora come freelance per Gibò, Montedoro e Sicons. In occasione di una sfilata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, il giovane Armani si fa notare con una collezione per la Tendresse, in stile Bauhaus, con prendisole e chemisier dalle linee estremamente pulite, nei soli toni del bianco e del blu. La firma di Giorgio Armani è la giacca: sarà lui a rivisitare sulla donna l'abbigliamento maschile più classico. Smonta e ricrea il capo, elimina le tele di sostegno interne e l’imbottitura, sposta i bottoni, modifica le spalline.

Re indiscusso della moda, il Sig. Armani ha creato una donna fuori dagli schemi.
Moderna, elegante, essenziale e sensuale.
Dopo la moda, ha affinato le sue doti da imprenditore allargando il proprio brand e abbracciando Hotel (Armani/Hotel in Via Manzoni), Fiori, Libri, Design d'interni, Dolci e Tecnologia.

Fino ad oggi la Giorgio Armani Spa è sempre stata guidata dallo stilista, che non ha mai voluto cederla né delegarne la gestione. Ora che sta per compiere 78 anni, si pone il problema della successione.
“Finché sono qui, sono il capo”: Armani, intervistato in merito della casa di moda che porta il suo nome, è piuttosto netto. Il Wall Street Journal ripercorre la sua lunga storia, dalla relazione personale e lavorativa con Sergio Galeotti all’epatite che ha messo a rischio la sua salute nel 2009.
 
COLLEZIONE UOMO AUTUNNO - INVERNO 2012-2013:
Una delle collezioni più attese per la moda uomo è stata senza dubbio quella di Giorgio Armani caratterizzata da capi da uno stile chic ed essenziale. La classe che da sempre contraddistingue Armani si è fatta notare subito anche nei nuovi capi che hanno sfilato in passerella, linee pulite ed essenziali ma eleganti e sofisticate. Grandi protagonisti della collezione sono stati i tessuti utilizzati, dal velluto, liscio o a costine, per la realizzazione di giacche e pantaloni da sera abbinati a pantaloni e giacche in tessuto, che risaltano grazie ai colori scelti, definiti dallo stesso Giorgio Armani come “dolomitici”, si va infatti dal marrone, all’ebano al grigio antracite e l’elegantissimo nero. I pantaloni, al contrario di molte altre passerelle vengono proposti con taglio ampio e stretti alla caviglia. Anche sulla passerella di Re Giorgio è tornato il montgomery come capospalla scelto per il tempo libero. Importantissimi e d’effetto sono stati anche gli accessori, come borse, portadocumenti, cappelli a tesa larga o grandi baschi rigidi.

COLLEZIONE DONNA

Giorgio Armani presenta la collezione moda inverno 2013 di Emporio Armani  in cui la donna cura il suo guardaroba partendo da piccoli dettagli. Il bloomer diviene fondamentale e c'è un continuo sovrapporre di giacche,bluse e jabot. Non mancano cappe con balze impreziosite da pizzi e frangie.
Gli Abiti esaltano la femminilità della donna con ruches e volumi; la silhouette è in continuo movimento ed ogni forma viene esaltata. Neri,blu,grigi argentei; questi i colori splendidi che sono stati scelti da Re Giorgio. Stampe,tartan per mini Kilt,fantastici e giovanili nel contempo. Essere donna,vestendo Armani,significa possedere una classe nuova moderna e piena di fascino; perchè infondo la seduzione non è altro che un continuo di gioco tra trasgressione e mistero. Armani pensa dei vestiti che si ispirano alla notte,con blu quasi azzurri e profondi grigi che diventano un must.Per essere spensierate e mai scontente si possono indossare i Kilt pensati dal marchio che dimostrano l'attenzione alla bellezza in un mondo dove colore e tessuto sono re e regina indiscusse. Giorgio Armani non delude mai e questa volta regala uno spettacolo unico mostrando ancora una volta la sua bravura.


"L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare".
Giorgio Armani




Fonti: Sara Pizzi per vogue.it, "Wall Street Journal" su italicnews.it, mymallmag.themall.it, veraclasse.it

mercoledì 10 ottobre 2012

Miniforms, Techno Retrò

Aspetto vintage, tecnologia contemporanea. Reinterpreta il mobile radio e giradischi anni Cinquanta nelle linee rivisitate e nella scelta dei materiali dei cassetti, in rovere o in noce canaletto, il contenitore Skap progettato da Casa 1796 per Miniforms*. Sospeso su piedini e dotato d’impianto stereo, il mobile è equipaggiato con l’"apple universal dock”, compatibile con tutti i modelli iPhone o iPod, dotato di telecomando per la selezione del canale d’entrata e per la regolazione di tutte le principali funzioni. Anta e box esterno sono disponibili laccati bianco o nero. Dedicato a chi non rinuncia al gusto retrò.

*Miniforms nasce in Italia nei primi anni settanta come evoluzione di Inveta (Industria Veneta Tavolinetti), azienda fondata nel 1962 e produttrice di tavolini e piccoli complementi d’arredo.
Alla fine degli anni ottanta, Miniforms si affaccia al mercato internazionale, allargando la propria  produzione: vengono introdotti le sedie, i tavoli e le librerie, ampliando così il catalogo di nuove soluzioni per la zona giorno.
Nel 2009 Luigi Bardini, fondatore di Miniforms, cede l’azienda ai figli Alessandro, Matteo e Mario, che investono da subito nella produzione all’avanguardia e nella collaborazione con giovani talenti del design italiano.
Lo stile a cui si ispira l’azienda è vicino all’idea di una casa sobria, dai materiali autentici e nel rispetto dell’ambiente. Le forme e i colori sono essenziali, dalle linee pulite e primarie.
I materiali impiegati spaziano dal legno massiccio alla lamiera d’acciaio, dal vetro all’alluminio, utilizzando per la produzione criteri compatibili con l’ambiente.
Nel 2010 Miniforms partecipa al 49° Salone Internazionale del Mobile con una collezione di ventidue nuovi prodotti firmati da designer come Paolo Cappello, DZ Studio, Giopato & Coombes, Enrico Girotti, Claudio Lovadina, Andrea Lucatello, Mr Smith. 

"Sento molto il rapporto di reciproca simpatia tra chi progetta e chi adopera. Questo rapporto è molto importante e credo che sia una delle guide del mio modo di operare nel campo del design e dell'architettura". 

Achille Castiglioni, designer


Fonte: Elena Vai per "youtool.it"

martedì 9 ottobre 2012

Architettura e Natura


Quando l'architettura incontra un paesaggio naturale, ricco di verde e di alberi e riesce a integrarsi perfettamente con un impatto abientale minimo sull'ambiente circostante. Questo è il risultato ottenuto dallo studio di progettazione DVVT, che grazie ai suoi architetti realizza questa innovativa abitazione che tramite una precisa mappatura del territorio riesce a strutturarsi in un contesto ambientale molto delicato. Ogni albero è stato rilevato con esatta posizione e diametro, l'edificio si snoda attraverso il verde con fondamenta studiate per non ostacolare la crescita delle radici. Il limite tra interno ed esterno si perde attraverso l'uso di vetrate trasparenti che al posto delle pareti lasciano liberamente correre lo sguardo. La costruzione diventa parte del tutto. I materiali utilizzati sono il cemento e il legno, per dividere gli ambienti sono stati utilizzati dei leggeri pannelli di compensato e cantongesso.

"L'architettura è fondamentalmente il rito dell'appropriazione dei luoghi, costruire per stare"

Livio Vacchini, architetto

mercoledì 3 ottobre 2012

Vogue Magazine

Vogue nacque a New York il 17 dicembre del 1892 da Arthur Baldwin Turnure come "gazzetta mondana" settimanale. La rivista fu dichiaratamente creata al fine di rappresentare l'alta società newyorkese, raccontando gli interessi e lo stile di vita di questa classe agiata. Vogue era destinata ad un pubblico sia femminile che maschile ed era suddivisa in rubriche tra cui: Uno sguardo alle vetrine, I modelli di Vogue per la sarta, La moda elegante a buon prezzo, Lettera da Parigi (o Londra), Uno sguardo sulla società, La toeletta della signora, L'uomo elegante, Pettegolezzi mondani, Per la padrona di casa e Come rispondere alla corrispondenza. I lettori della rivista non erano solo gli appartenenti all'alta società newyorkese ma anche, e soprattutto chi aspirava ad appartenervi.

Il 24 giugno del 1909 si ebbe la cosiddetta "seconda nascita" di Vogue, quando Condé Montrose Nast, dopo aver concluso le trattative d'acquisto della rivista (iniziate nel 1905), ne divenne il nuovo editore. Nei primi mesi del 1910 Condé Nast attuò una serie di importanti cambiamenti alla rivista: Vogue divenne bisettimanale e le sue pagine aumentarono da una media di 30 ad una di 100 a numero, così come aumentò il suo prezzo; le copertine divennero più colorate, gli spazi pubblicitari e gli articoli dedicati alla moda ed alla società aumentarono. Vogue divenne una vera e propria rivista femminile.

Nel 1910 Vogue con una tiratura di 30.000 copie, raggiungeva incassi di gran lunga superiori rispetto alle riviste concorrenti che avevano una tiratura di centinaia di migliaia di copie. Questo fenomeno era dovuto al fatto che Vogue possedeva un numero di pagine pubblicitarie che superava del 44% le riviste concorrenti, nonostante le sue tariffe fossero le più alte sul mercato.

Nel 1912 Condé Nast decise di rendere Vogue internazionale, vendendo la rivista anche a Londra. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale rese l'esportazione più rischiosa così che l'editore decise di creare un'edizione locale autonoma. Il 15 settembre del 1916 nacque Vogue UK. Condé Nast tentò in seguito una versione in lingua spagnola di Vogue, pubblicata tra il 1918 e il 1923, che non ebbe successo. La versione francese di Vogue uscì nelle edicole Il 15 giugno del 1920. Fu tentata anche una versione tedesca tra il 1928 e il 1929 senza però ottenere successo.

Nel 1927 Condé Nast, all'apice del successo, decide di quotare in Borsa il proprio impero editoriale. La crisi del 1929 gli fece perdere la proprietà di Vogue. L'editore riuscì comunque a rimanere un membro attivo della Condé Nast Publications, con il compito di continuare a gestire Vogue come meglio credeva; negli anni successivi riuscì a recuperare il possesso della rivista.

Dopo la morte di Condé Nast nel 1942, la direzione della Condé Nast Publications passò al suo fidato collaboratore Iva Sergei Voidato Patcévitch, il quale avviò una nuova fase di espansione. Nel 1959 Samuel I. Newhouse Sr, presidente di Advance Publications, acquisì il 46% della Condé Nast Pubblications. Successivamente l'intero capitale azionistico passò alla famiglia Newhouse.
Nel dicembre del 1972, sotto la direzione di Grace Mirabella e sotto consiglio di Newhouse, Vogue diventò mensile. Questa scelta fu conseguenza del fatto che i numeri venduti a metà mese riscuotevano meno successo dei numeri pubblicati all'inizio del mese. Con Vogue ad uscita mensile, la tiratura aumentò subito di 50.000 copie.
Gli anni fra il 1973 e il 1979 furono uno dei periodi più fiorenti della storia di Vogue, che passò da una tiratura di 400.000 copie ad una di un milione.
Dall'agosto del 1988 ad essere la direttrice di Vogue America è Anna Wintour.
Nel 2012, Vogue ha edizioni in 19 paesi ed è considerata una delle più prestigiose riviste di moda al mondo.

Vogue Italia nasce dall'acquisto nel 1965 della rivista italiana Novità (mensile fondato da Bebe Kuster nel 1950 e diretto da Lidia Tabacchi) dall'americana Condé Nast di Samuel Irving Newhouse. Novità era destinato ad un pubblico d'élite e trattava di stile, arredamento e moda. La nuova proprietà ribattezza la testata Vogue e Novità, per poi diventare definitivamente Vogue nel 1966, diretto da Franco Sartori, il quale modifica l'impostazione della testata raggiungendo i canoni di raffinatezza e di grande cura per l'immagine fotografica che già caratterizzavano l'edizione francese e quella americana. Sartori cambia il formato, la carta, la copertina e coinvolge grandi fotografi come Richard Avedon, Irving Penn, Norman Parkinson, Bert Stern, Helmut Newton.

I primi anni di Vogue Italia furono molto difficili con perdite che ammontavano a 30 milioni nel 1965 e a 67 milioni nel 1967. Alla fine degli anni Settanta, con il boom del made in Italy, Vogue Italia diventa il primo interlocutore degli stili che in breve si imporranno a livello internazionale.
Nel luglio del 1988, poco dopo la morte di Sartori, Franca Sozzani viene nominata direttrice. La nuova direttrice accentua lo stile sofisticato del giornale, rendendolo sempre più attento alle varie tendenze. La grafica diventa aggressiva e nei primi anni Novanta la diffusione di Vogue Italia aumenta progressivamente.

Vogue Italia è oggi la rivista di moda più autorevole nel nostro paese. Specializzata per l'alta moda, raccoglie le firme più prestigiose e i fotografi più famosi.

"Vogue rappresenta la bibbia della moda, del lusso e dello stile"
Caroline Weber, giornalista del Time

martedì 2 ottobre 2012

Mario Testino e la Moda

Nato il 30 ottobre 1954 a Lima in Perù da padre italiano e madre irlandese, Mario Testino è l’ultimo di sette fratelli. Studia alla Universidad del Pacifico, alla Pontificia Universidad Catolica del Peru e all’University of San Diego. Nel 1976 si trasferisce a Londra, in un appartamento presso un ospedale abbandonato vicino a Trafalgar Square. In poco tempo trova lavoro come fotografo per la realizzazione di portfolio per aspiranti modelle: si fa pagare £ 25 inclusi hairdressing e makeup. Nonostante la lontananza Testino è da sempre molto legato alla sua famiglia e ritorna spesso in Perù, quando gli è possibile.

Testino è considerato uno dei più celebri e ricercati fotografi di moda viventi. I suoi lavori hanno contribuito a creare l'immagine di grandi case di moda come Burberry, Gucci, Calvin Klein, Yves Saint Laurent, Valentino, D&G e Versace. Attualmente collabora con le principali riviste internazionali di moda, tra cui le edizioni americane, francesi e italiane di Vogue, The Face e Vanity Fair. Alcuni lavori fotografici sono esposti al Victoria and Albert Museum a Londra, al Carpenter center for the Visual Arts di New York e al FAAP di San Paolo in Brasile. Ha inoltre pubblicato diversi libri tra cui Any Objections (1998), From Row/Backstage (1999) e Alive (2001). Nel 1997 fotografa Diana (una delle ultime foto pubbliche prima della sua morte) per la cover di Vanity Fair diventando così uno dei fotografi più celebri al mondo: questi suoi scatti verranno celebrati nel 2005 nella mostra Diana: Princess of Wales, allestita a Kensington Palace. E l’autore del calendario Campari 2009 (con Jessica Alba).

Il suo è uno stile inconfondibile. Grande scrupolosità, passione per l’immagine e la sperimentazione. Testino è considerato un “creatore di icone”: a lui è stato attribuito il merito di aver messo fine al “regno” delle ubermodels” e, agli inizi degli anni novanta, di aver dato vita a una nuova “razza” di modelle come Kate Moss (la sua preferita) e Stella Tennant. Nulla è lasciato al caso nei suoi ritratti. Dietro l'apparente nonchalance si cela sempre una preparazione meticolosa, una scelta precisa di luci e di colori, un lavoro di équipe diretto con estrema cura, proprio come fosse un regista durante il making of di un film. Il suo stile è stato descritto come "luxury realism": ogni personaggio fotografato da Testino è volutamente reso speciale, pur mantenendo sempre i tratti salienti della propria personalità.

«L'ho catturata nel momento in cui stava liberando se stessa»
Mario Testino, fotografo

... dichiarazione fatta dopo aver fotografato la Principessa Diana.

giovedì 27 settembre 2012

Storia del Bottone













































A fine secolo '800 la moda francese era all'apice del suo splendore, tant'è che in Francia esisteva il Ministero della Moda. Dominavano lo stile liberty e l'art déco. I bottoni erano confezionati con resine naturali e corozo, bachelite, galatite, madreperla, pasta di vetro e celluloide, fino ad arrivare alla fine degli anni '30. Le forme dei bottoni potevano essere di qualunque foggia : quadrate, rettangolari, geometriche, elaborate in maniera barocca, lasciando libero arbitrio alla fantasia dell'uomo. Venivano rappresentati addirittura cose ed animali.Nel Museo sono esposti, fra gli altri, quadri che documentano in maniera adeguata ed esauriente il periodo storico descritto e che sono meritevoli di attenzione. Tra questi, ad esempio, si può notare un quadro con cartella campionaria degli anni '20 (di una Ditta di Amburgo con prezzi espressi in corone) contenente bottoni neri in pasta di vetro.La Regina d'Inghilterra, essendo morto il Re, vestiva a lutto ed i bottoni neri in pasta di vetro sui suoi abiti riflettevano luce, quindi non tetri. Questa moda è stata copiata dall'alta società di tutta Europa.
Un altro quadro con bottoni in pasta di vetro è stato realizzato con bottoni provenienti dalle suore di clausura di Sogliano (cinque grandi bottoni, quattro borchie ed altri).Altri quadri caratteristici di quel periodo riportano: alcuni bottoni raffiguranti una nave in partenza ed un marinaio, simbolo dell'immigrazione italiana degli anni '20; bottoni chiari in galatite, fatti a mano, in stile barocco (dalla collezione Goni di Parma); bottoni in celluloide.

Guardando i bottoni dall'inizio del secolo alla fine degli anni '30, si nota un decadimento continuo nella forma e nella qualità dei materiali. Inoltre cominciano ad apparire i primi bottoni con svastiche stilizzate, preludio alla grande guerra. Siamo già negli anni '40 / '50, in guerra. Non vi erano più materiali per fare bottoni, né resine (importate), né metalli (requisiti per le armi). Le materie prime pregiate erano tutte nascoste in attesa di momenti migliori. Allora venivano usati i materiali a portata di mano tra cui il legno. Per abbellirli venivano dipinti a mano. E' di quel periodo la preparazione di bottoni con l'interno della pannocchia (Fratti, stilista di alta moda).
Trascorsa la guerra si ritorna a vivere e a produrre, recuperando materiali perfino dalla rottamazione degli aerei (Bottonificio Loris di Bologna). In questi anni la produzione industriale presenta molte varietà di bottoni tra i quali quelli ad imitazione della tartaruga, di gran voga negli anni trenta nel mondo dell'alta moda. Il materiale usato era la galatite.In questo periodo si confezionavano anche molti bottoni di stoffa fatti con il torchio, ma si riciclavano anche vecchi bottoni ricoprendoli con il tessuto del vestito (moda suggerita dai francesi).

Arriva il 1950, primo Anno Santo dopo la guerra. Era di moda la tunica ed i bottoni non erano necessari : un vero disastro per i commercianti del settore. Passato questo momento di crisi si riprenderà a produrre ed a vendere. I bottoni degli anni '50 sono sopratutto grandi e lucenti, poi grandi ed opachi, addirittura sfumati in nero col fumo della candela.

All'inizio degli anni '60 avviene il miracolo economico italiano ed arrivano le prime firme di stilisti europei ed italiani : Coco Chanel, Pierre Cardin, Armani, Valentino ed altri. Con la trasformazione dei metodi di lavoro dei materiali si creano bottoni bellissimi, eleganti, ricchi e pregiati. Pietre, strass, madreperle e passamanerie vengono assemblati per confezionare i "protagonisti" dell'abito. I benestanti di quel periodo ostentavano la ricchezza, talvolta in modo sfacciato e volgare. Questo urtò moltissimo i giovani e fu così che scoppiò la contestazione del '68. Ritornò la crisi economica per la società e, di conseguenza, per i bottoni. I bei bottoni scompaiono e si usano semplici bottoni funzionali all'uso : unire i due lembi di stoffa (si noti la differenza degli ultimi quattro quadri rispetto a tutti gli altri degli anni sessanta).

Nei primi anni settanta le Ditte produttrici di bottoni cercano di reagire alla crisi e producono bellissimi oggetti economici in poliestere e galatite, ma la clientela, per difendere la propria privacy, era interessata a bottoni lisci, opachi e poco evidenti.Nel frattempo si affermavano i jeans e gli abiti in stile militare, sopratutto tra i giovani. Le guarnizioni di quei tempi erano composte da cinturoni borchiati, fibbie e catene : era l'inizio dei famosi e tristi anni di piombo. Nel Museo questo periodo è rappresentato con tre quadri : il primo con bottoni di piombo per jeans e gli altri con bottoni e simboli del momento.Anche gli stilisti si adeguano e producono capi in jeans personalizzati con bottoni griffati.Anche questo periodo di crisi collettiva passa e pian piano si ritorna a vivere senza paura. Sotto la spinta del Governo Craxi, amante del lusso, nasce un nuovo miracolo economico. Gli stilisti di moda italiani sono sulla cresta dell'onda in Italia ma anche in Europa e nel mondo. Con loro i bottoni ritornano protagonisti.

Dal 1985/86 al 1992 i bottoni fatti industrialmente raggiungono una bellezza ed una ricchezza unica. Per l'acquisto dei bottoni per un abito si arriva a  spendere anche £ 100.000. Sembrava una favola! Ma anche questa volta finisce..... Nel 1992, infatti, scoppia lo scandalo nazionale di tangentopoli  e ricomincia la crisi che dura ancora agli inizi del 2000. I bottoni scompaiono ancora e si ritorna al funzionale.Ma non è solo la crisi economica a giustificare quella totale del bottone; le cause sono diverse. Le più importanti derivano dal fatto che gli stilisti hanno cambiato modo di vestire ( o svestire) la donna e nei nuovi modelli i bottoni non esistono; le sarte cominciano pian piano a scomparire (le anziane cessano di lavorare ed i giovani non subentrano perché il lavoro è poco remunerativo). Di conseguenza le mercerie iniziano a chiudere e la produzione industriale non può andare avanti se non esiste consumo. Le Ditte produttrici provano a presentare bottoni bellissimi fatti con materiali trasparenti, lavorati con il laser; importano bottoni dall'India, dall'Indonesia fatti con materiali naturali come il legno, il corno, le madreperle lavorate a mosaico, la corda, la paglia, il sughero. Ma il mercato langue e la crisi è pesante. Si vendono solo bottoni piatti di madreperla verniciata e opacizzata, cosa tra l'altro oltraggiosa nei confronti di questo materiale naturale valorizzato fin dai tempi antichi per la sua bellezza.

"Il bottone è un piccolo oggetto che apre e chiude anche i ricordi"  (Grieco - Politi)


fonte: http://www.bottoni-museo.it

mercoledì 26 settembre 2012

La fotografia nella moda





















La fotografia nacque intorno al 1830, ma le prime tecniche di sviluppo, come la dagherrotipia, non permettevano la possibilità di stampare grandi quantità di foto. Nel 1856, Adolphe Braun pubblicò un book fotografico contenente 288 fotografie di Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, una nobildonna toscana alla corte di Napoleone III per conto del Regno di Sardegna. Le foto ritreavano la contessa nei suoi abiti di corte ufficiali, e resero la nobildonna la prima modella di fotografie di moda.
Nella prima decade del XX secolo, l'avanzamento tecnologico permise la stampa di fotografie nelle riviste. Fotografie di moda apparsero per la prima volta nella rivista francese La mode practique. Nel 1909, Condé Nast rilevò la rivista Vogue e contribuì all'evolversi della fotografia di moda. Una particolare enfasi fu posta nelcreare gli ambienti per le fotografie, un processo iniziato dal barone Adolf de Meyer, che fotografava i propri modelli nei loro ambienti naturali. Vogue fu immediatamente seguita dalla rivista Harper's Bazaar, e le due riviste rimasero indiscussi leader nel settore per tutti gli anni venti e trenta. Alcuni fotografi, specializzatisi nel genere, Edward Steichen, George Hoyningen-Huene, Horst P. Horst e Cecil Beaton transformarono la fotografia di moda in una forma d'arte, che si andò raffinando principalmente in Europa, ed in particolar modo in Germania.
Con l'inizio della seconda guerra mondiale, l'attenzione si spostò negli Stati Uniti, dove si fecero largo i nomi di alcuni fotografi come Irving Penn, Martin Munkacsi, Richard Avedon e Louise Dahl-Wolfe che diedero una ulteriore svolta al modo di approcciarsi alla fotografia di moda, abbandonando gli schemi e le pose rigide, dando maggiore libertà ai soggetti dei loro lavori, che venivano ritratti in pose più naturali e "sportive". Sotto la direzione di Alexey Brodovitch, lo stile fotografico di Harper's Bazaar divenne lo standard per tutte le riviste a venire. Nella Londra dell'immediato dopoguerra, John French fu il pioniere di un nuovo stile di fotografia di moda ideale per le riproduzioni sui quotidiani, che coinvolgeva l'utilizzo di luci naturali riflesse e contrasti lievi.
Fra i più celebri fotografi di moda si possono citare Richard Avedon, Helmut Newton, Bruce Weber ed Herb Ritts, ed in anni più recenti Patrick Demarchelier, Steven Meisel, Mario Testino, Terry Richardson ed Annie Leibovitz.

fonte: wikipedia

martedì 25 settembre 2012

«London Design Festival»

Inizia il London Design Festival. Una fiera di dieci giorni - dal 14 al 23 settembre - di eventi, late opening, mostre, nuove idee e tendenze che festeggia quest'anno in grande stile la sua decima edizione. Il V&A, uno dei più famosi e visitati musei di design al mondo, è indubbiamente (e non poteva essere altrimenti) protagonista della kermesse con alcune istallazioni ed eventi fra i più attesi dell'intera settimana.
La capitale britannica torna sotto i riflettori a un mese dalla fine delle Olimpiadi, lasciandosi invadere da una straordinaria varietà di eventi che che vogliono celebrare la ricchezza e l'avanguardia del british design e testimoniare, se ce ne fosse bisogno, il grande fermento - progettuale e artistico - che fa di Londra una delle capitali del design a livello mondiale.
Per festeggiare il decimo anniversario di questa importante manifestazione il V&A ha deciso di aprire al pubblico alcuni suoi spazi "segreti" permettendo eccezionalmente ai visitatori del Festival di accedere ad aree del museo normalmente chiuse, oggi location per alcune suggestive istallazioni.
Come accadrà per l’installazione creata da Rolf Sachs sulla scala Henry Cole Grand che sarà aperta al pubblico per la prima volta: a intervalli ritmati gocce di liquido colorato saranno fatte cadere in una vasca trasformandosi in forme casuali e affascinanti.
Protagonista poi uno dei grandi nomi del design britannico Established & Sons, con una speciale mostra dedicata alla panchina, reinterpretata da alcuni designer che solitamente collaborano con il brand inglese, come Jasper Morrison, Barber Osgerby, Felix de Pass, Konstantin Grcic e Luca Nichetto.
Presente anche lo studio Nendo con «Mimicry Chairs», un'istallazione il cui fulcro sono una serie di sedie, montate in complesse strutture che si fondono e integrano negli straordinari ambienti del museo.
Attesissimo lo spettacolare allestimento commissionato da Veuve Clicquot a Keiichi Matsuda: un enorme prisma rovesciato, illuminato da coloratissime proiezioni.
Infine, uscendo dalle mura del museo, i sotterranei che da South Kensignton portano alle sale del V&A, saranno illuminati con un percorso luminoso policromatico creato da Dominic Harris del Cinimod Studio in collaborazione con Philips.


fonte:http://www.grazia.it/Stile-di-vita/arte-e-design/london-design-festival-2012-V-A

Vintage

Il vintage è uno stile di abbigliamento che oggi risulta essere apprezzato e indossato da persone di tutte le età. Questo grande ritorno della moda del passato affascina e conquista soprattutto le giovanissime, ma anche le signore mature, che possono così rinfrescare gli indumenti ricordo quasi dimenticati nell'armadio.
Lo stile vintage è un genere di abbigliamento e di accessori molto particolari e caratteristici, dotati di personalità e buon gusto, ideali da sfoggiare per tutte le occasioni.
Il vintage è entrato a tutti gli effetti a far parte della moda del momento e in tutti i negozi di abbigliamento troviamo capi e accessori prodotti seguendo lo stile, i materiali e i colori in uso dagli anni '20 agli anni '80.
Indumenti e accessori moderni caratterizzati da linee e forme tipiche di quel periodo, riadattate sui modelli e sui tessuti che si utilizzano oggi per la creazione di capi di abbigliamento, maschile e femminile.
Abituati con i pantaloni e i jeans a vita bassa a zampa d'elefante, ci siamo trovati di fronte a pantaloni strettissimi, con una vita decisamente più alta, a sigaretta.
Occhiali da sole con lenti molto grandi, foulard, borse a tracolla o da portare a mano, cinture, bigiotteria, spille, cappelli e scarpe sono accessori in grado di completare il look dell'abbigliamento, con stile e personalità.
In queste pagine vi daremo informazioni sui capi d'abbigliamento e gli accessori che possiamo acquistare nei negozi e nei mercatini dell'usato, con qualche notizia sul grande ritorno del vero vintage e dello stile vintage sulle passerelle dell'alta moda.




http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ntEITJRjX7g#!

martedì 3 gennaio 2012

Anello Riviera

Anello con bottone  contemporaneo in resina blu a righe bianche. Base anello, regolabile in silver.

lunedì 2 gennaio 2012

Anello Martini

Anello con bottone a sezione quadrata degli anni '80 in resina bianca con inserto rosso.
Diametro del bottone, 25 mm. Base anello, regolabile in silver.